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IL CONCETTO "COMUNIONE" Estratto da Scintille dall'Infinito Edizioni "Il Cenacolo" Milano · Italia
Dodici secoli dopo la discesa del Cristo una individualità umana, Urbano [1], intese stabilire umanamente una ricorrenza che pesava in pro della Chiesa. Errore! Non il Cristo parlò al finito (e perciò agli umani) di "una Comunione", ma da sempre ne parla l'Eterno. Portiamoci, amici, oltre il limite: analizziamo l'Infinito che per voi si presenta come un quid incomprensibile, spaventoso per la sua incommensurabilità. Il contatto "Amore" è contatto perenne; ogni parto dell'Eterno, ogni Scintilla che dall'Eterno si diparte è Scintilla avente il requisito della Potenza, della Sapienza, della Giustizia, è cioè Scintilla perfetta, e questa Scintilla perfetta nelle sue perfette trasformazioni mantiene in sé i requisiti della Divinità, non alterati, non offuscati da manifestazioni negative. Quando voi osservate un mondo stellare a sé stante o più mondi stellari nei rapporti che li legano l'uno all'altro, voi dovete dire: è in atto uno scambio di energie non solo fra un mondo stellare e gli altri mondi stellari ma fra il singolo, il complesso e l'Eterno Generatore, in quanto né il singolo potrebbe sussistere senza l'alimentazione di amore dell'Eterno né il singolo potrebbe donare al complesso e dal complesso ricevere senza possedere, l'uno e l'altro, le riserve energetiche possibili solo mercé il dono ininterrotto dell'Eterno. La comunione fra creazione e Creatore oltre il limite è costante ed è perfetta, sono cioè le quantità e le qualità necessarie affinché sia possibile la vita oltre il limite. Di conseguenza, oltre il limite la ricorrenza è in atto da sempre e per sempre: senza comunione, senza il permanere della filiazione dell'Eterno, la vita infinita non sarebbe possibile. Analizziamo ora il rapporto finito/Divinità. Il finito fa parte pur esso dell'Infinito. Voi esseri condensati portate in voi stessi l'impronta dell'Eterno perché siete figli Suoi: foste per ribellione allontanati dal movimento purezza, ma non distaccati da questo, partecipate cioè a tutto il movimento energetico infinito, al dono di energie che ininterrottamente si dipartono dall'Alto Centro verso l'infinita creazione. Questo ambiente finito creato per voi, questo ambiente di evoluzione, questo ambiente di fatica creato per voi è esso isolato? No! Esso è a immediato diretto contatto colla massa energetica infinita che lo circoscrive formando la vostra atmosfera. Non quindi una barriera solida condensata vi separa, ma una massa energetica vi lega, il che è diametralmente opposto al primo fatto. Voi portate, ho detto, l'impronta dell'Eterno, ma a questo quid divino, alla Monade, è stato legato dalla Legge un atomo di energia dalla quale doveva scaturire la condensazione, energia comprensiva di tutte le energie dell'Infinito - seconda manifestazione dell'Eterno - per cui in voi si accoppiano due movimenti vitali, l'uno psichico l'altro fisico. Entrambi si dipartono dall'Eterno, entrambi ricevono moto, vita, alimento dall'Eterno; l'attimo in cui questo alimento cessa si ha il "distacco", l'attimo in cui per legge evolutiva uno di questi elementi procede verso una limitazione di potenza, si ha quella che voi chiamate la "vecchiaia", impronte inconfondibili di una comunione che lega indissolubilmente, costantemente ogni individualità all'Eterno. Allora amici, quale fu il significato di quel "pane" e di quel "vino"? Un richiamo agli umani, un richiamo che è rimasto incompreso dagli ottusi e da coloro che volutamente alterarono la concezione. "Questo è il Mio Corpo; questo è il Mio Sangue": il pane è prodotto di una elaborazione di energie dense terrestri, il vino è elaborazione di energie terrestri, ma non dense, spirituali, la Sostanza - l'Essenza! Il "cibatevi di Me" va inteso come fatica, inteso come movimento umano e il "di Me" va inteso come Essenza, come sublimazione dell'Essere. Il richiamo non è stato capito! Siete riuniti, non per rinnovare un movimento umano attraverso un movimento di pensiero, ma per compenetrare il significato di "Comunione". L'Eterno vi lega a Sé costantemente, indissolubilmente; voi dovete compenetrare questo legame, questo dono di energie, questo sostegno, questo richiamo verso una purezza di vivere che per voi è pesante assai. E' necessario che voi abbiate a compenetrare la sublime Realtà. Non è avvicinandovi alla "Sacra Specie", come la definisce il sacerdote, che voi compite la Comunione, ma avvicinandovi all'Eterno, comunicandovi, cioè, attraverso un ininterrotto movimento azione-opera. Questo movimento azione-opera deve essere compiuto in purezza d'anima. Ripeto ciò che già dissi: siete formati di energie condensate "materia"; la materia ha in sé necessariamente dall'epoca del Primo Adamo l'impronta di un binomio, cioè l'impronta del sesso che su di voi grava. Quando Io parlo di purezza, intendo purezza d'anima, verginità d'anima, cioè incapacità animica a prevaricare, a nuocere, ad astenersi da quello che Io definisco il movimento di sofferenza dell'umanità. E' necessario sappiate portarvi verso questo piano dal quale irradia l'Amore e la Fatica assieme; duplice fatica: quella che ogni individualità deve compiere per il proprio sé, cioè per sopperire a quanto necessario alla vita dell'essere in quanto l'essere è stato chiamato a missione; e fatica, in quanto l'individualità deve sostenere questa nuova sofferenza in pro dei fratelli, del prossimo. Staccarsi dal proprio singolo ambiente familiare, rinunciare alle prerogative che voi umani avete creato per ogni padre, per ogni madre, per ogni figlio, per ogni sposo, per ogni sposa e rammentarsi unicamente che appartenete all'Eterno, il Quale vi ha posti nel tempo per amarvi l'un l'altro, così come l'Unigenito amava e ama voi: in ciò sta la "comunione", in ciò sta la comprensione del dono che ininterrottamente ricevete e del dono che voi fate al Divin Genitore. Il cibo per sorreggervi - alimento primo - è dato da quelle energie che voi sperperate, che voi distruggete, pur sapendo di sperperare e di distruggere. Sono le energie di soccorso, sono gli impulsi, sono i soccorsi che quotidianamente vi giungono nell'attimo della perplessità, della estrinsecazione del dolore. Questo è il Corpo dell'Eterno, la fatica! Cibatevi di questa, perché è questa che vi porta verso il Padre, cibatevi di una Umiltà che era nel Figlio ed è nel Figlio, cibatevi di un Amore che alita attorno a voi, perché l'lnfinito è Amore. Vi ho raccolti per donare ad ognuno la fiaccola di fede, di amore, di umanità necessaria per procedere, per vincere non solo la stanchezza, ma i palpiti avversi che si destano in voi attraverso la vibrazione della incomprensione altrui. Impugnate questa fiaccola, alzatela sovra le genti, essa dice: la via è una, una la Meta, l'Eterno; per raggiungerla è necessaria la Fede. Ritemprate la vostra fede che non è salda, che non è pura, che non è adamantina; ritempratela, portatela al giusto punto, indi potrete seminare, non prima. Ogni goccia che a voi giunge dall'Infinito è goccia di purissima rugiada, è goccia di potenza, è premio ed è ammonimento. Non lasciate che questa benefica pioggia cada nella incomprensione, raccogliete queste perle, in esse sta la salvezza perché in esse sta la Comunione!
Vi è tuttora incertezza in voi, chiarirò ancora il concetto fondamentale, seguitemi. Disse il Divino: "Cibatevene, questo è il Mio Corpo, questo è il Mio Sangue". Suprema espressione di Amore. Che cosa intendeva il Cristo? voleva Egli istituire la manifestazione eucaristica come la Chiesa la interpreta? voleva, cioè, il Cristo imprimere un movimento chiuso o non piuttosto il Figliol dell'Uomo voleva stabilire un concetto che aveva in sé la potenzialità dell'Infinito? E' questo secondo il movimento che voi dovete ininterrottamente aver presente. "Cibatevi di questo pane che Io spezzo, esso è il Mio Corpo". Questo pane che Io spezzo non come materia, ma come Potenza, come Sapienza, come Amore. Così come io divido questo pane, divido tutto di Me fra di voi e voi undici siete tutta l'umanità, incluso in questa umanità il dodicesimo al quale per primo ho porto la sua parte di pane. "Questo è il Mio Sangue". Il vino è il succo, l'essenza della vite. La vite si ramifica, i tralci si propagano, ogni tralcio darà grappoli, ogni grappolo sarà essenza: la Fede. La Legge di Amore è vite che ramifica e fruttifica. Chi regge, chi alimenta, chi feconda la vite? Io, Figliuol dell'Uomo. L'essenza della vite rappresenta ciò che io ho dato a voi non come Apostoli, ma come umanità: l'essenza di vita, la Verità, questo intendeva dire il Cristo. Non quindi contatto saltuario, occasionale questo cibarsi e questo dissetarsi, ma contatto costante e perenne senza del quale non potreste vivere né la vita di tempo finita né tampoco la vita eterna. Non Eucaristia intesa come la Chiesa del rito vuole, ma intesa come perenne comunione, come costante legame dell'umanità al Principio Generatore, al Principio di Amore; ed è alimentandosi e dissetandosi, non solo quotidianamente ma di attimo in attimo, è solo mantenendo il contatto ininterrotto che voi potete evitare la colpa, progredire, evolvervi, raggiungere la Meta. Superate la concezione rituale; la comunione voi potete compierla in ogni attimo osservando all'infuori di voi e in voi la manifestazione del Padre, manifestazione portante inconfondibile la Sua impronta nel limite e oltre il limite. Se vi legate attraverso questa meditazione all'Alto Centro, non può sfuggirvi la capacità potenziale dell'anima, la caratteristica di divinità che questa anima racchiude in sé. Staccatevi da ciò che è la genuflessione per compiere la comunione, ma prosternate l'anima, umiliatevi, fate che l'umanità si erga al di sopra di voi; offrite ciò che voi possedete spiritualmente e umanamente al Padre, poiché quanto possedete è per Suo dono, per Sua misericordia; restituite, perché sia dato agli altri. Così facendo seguirete le orme del Cristo che ha dato di Sé lo Spirito e quello che l'umanità ritiene fosse anche la materia; rinuncia completa, rinuncia non occasionale, non con ragionamento costretto da logica umana, ma con ragionamento potenziale scaturente dal palpito di Amore, così sublimate le parole del Cristo, così sublimate il Suo sacrificio. Quando Egli disse "fra di voi uno Mi tradirà" gli Apostoli si guardarono l'un l'altro. Giovanni il prediletto chiese: "Gesù, dicci chi è". "Colui al quale Io porgerò il primo pezzo di pane intinto", quindi non pane solo, ma pane potenziato; mentre agli altri è toccata una porzione di pane, a Giuda il primo pezzo intinto, saturo di energie. "Colui che Mi colpisce avrà diritto al Mio perdono". Tutto quanto è compreso nel movimento cristico ha in sé l'impronta legislativa. Giuda, individualità che doveva compiere un ciclo nel tempo perché gravi colpe lo portavano al Letargo, venne aspirato dal movimento cristico perché servisse pur esso di ammaestramento, e di questo movimento Iscariota ne risentì premio perché diversamente la punizione avrebbe dovuto essere eterna.
QUESITI CHIARIFICATORI
- Qual'è il vero significato di " comunione "?
I vostri pareri espressi e discordi concordano verso un solo concetto: la comunione è la manifestazione di un contatto intrinseco fra l'umano ed il Divino. Ma questo concetto rappresenta solo una parte della realtà, in quanto la "comunione" è propriamente rappresentata dall'opera imitante l'opera del Creatore, dall'opera nella sua interezza, non intesa come creazione dell'infinito o dell'uomo, ma dell'uno e dell'altro con i suoi annessi e connessi, con le battaglie perdute e quelle vinte, con il sangue versato per la fede, con le negazioni della fede. Si tratta di entrare definitivamente in quella stretta comunione con l'Amore, con il Padre e con l'Unigenito; si tratta per parte vostra di materializzare la concezione, si tratta, in omaggio al Redentore, di cercare la rinuncia che può essere gradita al Padre ed offrirla, non angosciosamente ma gioiosamente. Dovete pervenire a sentire in questa rinuncia tutta la ricchezza che il Padre vi dà, vi offre attraverso un sapere ed un potere del quale voi persistete a voler ignorare la potenza e la vastità. Questa che chiedo ora non è più un'opera prettamente umana; è un'opera che ha in sé un substrato di divinità, è un'opera che vi consentirà di assimilare una parte di quelle energie superiori che sono abitualmente ignorate dall'uomo. Non preoccupatevi di conoscere letterariamente il significato di comunione, ma sentitela spiritualmente in voi, quale necessità di un figlio che trova rifugio nell'abbraccio e nel sapere del Padre, che trova nel Padre la protezione. Questa è fede viva, questa è comunione d'opera, e non mi riferisco alla comunione chiesastica, ma a quella che vi fa ricordare di attimo in attimo di essere e di potere in quanto Egli è e può. Da quì deve sgorgare il pensiero della transitorietà, della fulmineità della vita e della necessità di operare in conseguenza di tale possibilità, non rinviando al domani l'opera concreta o di pensiero che oggi può e deve essere compiuta. Non intendo con ciò l'opera vitale dei singoli, ma l'opera rivolta al proprio simile, l'opera rivolta all'idea, alla concezione, l'opera esaltante l'Eterno. "Sia glorificato il Nome Tuo"; ebbene , è l'opera vostra che Lo glorifica; più essa sarà completa e minuziosa, più sarà commovente per voi e sarà come un pane che vi sfama per l'eternità.
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[1] Papa Urbano IV (1261-1264); emanò la bolla che istituiva la festa liturgica del "Corpus Domini".
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